Consigli del dentista

Metodi naturali per lo sbiancamento dei denti: pro e contro

Stai cercando dei rimedi naturali per lo sbiancamento dei tuoi denti? In questo articolo abbiamo riportato alcuni metodi per sbiancare i denti direttamente a casa tua.

Prima di illustrarli, però, è doverosa una precisazione: se la tua necessità è quella di avere un risultato duraturo e visibile, il nostro consiglio è quello di rivolgersi a un professionista. Un dentista sa valutare quale sia l’intervento migliore, a seconda del caso specifico, per ottenere un sorriso più bianco possibile. Inoltre, va precisato che alcuni rimedi naturali non sono sempre ottimali, in quanto possono risultare eccessivamente aggressivi per lo smalto dei denti, dunque è necessario non eccedere nel loro utilizzo.

Ma veniamo a noi. Vediamo insieme alcuni dei più comuni metodi di sbiancamento dentale.

Schiarenti chimici

Tra i metodi casalinghi più diffusi troviamo le white strips, delle piccole strisce adesive che contengono al loro interno perossido di idrogeno, ossia acqua ossigenata, che è lo stesso composto alla base dello sbiancamento professionale. Utilizzare queste strisce è molto semplice: basta posizionarle sulla arcata superiore e inferiore e lasciarle agire per il tempo riportato sulla confezione. Ciò che spesso risulta difficile è riuscire ad applicarle in maniera corretta sui denti, coprendoli uniformemente, e questo può provocare risultati molto lontani da quelli immaginati.

 

Un altro metodo comune per sbiancare i denti è quello di utilizzare particolari dentifrici che promettono incredibili risultati. Questi prodotti hanno al proprio interno dei microgranuli che, grazie alla loro funzione abrasiva, consentono di ottenere dei denti più bianchi. Tuttavia, si tratta solo di uno sbiancamento superficiale e l’azione abrasiva potrebbe, a lungo andare, danneggiare lo smalto dei denti.

I rimedi naturali, vantaggi, rischi e durata

Dalla natura arrivano diversi alleati per un sorriso più bianco. Tuttavia, anche se si tratta di metodi naturali e non chimici, c’è il rischio che alla lunga possano compromettere lo smalto o modificare la sensibilità dentale, per questo vanno usati con moderazione.

Vediamo insieme quali sono i più comuni.

Il bicarbonato di sodio

Uno dei metodi naturali più comune è senza dubbio il bicarbonato di sodio. Facile da reperire, va utilizzato sciolto in poca acqua o strofinato direttamente sui denti. È anche possibile miscelarlo al succo di limone e utilizzarlo come dentifricio.

Il bicarbonato va utilizzato con molta attenzione, in quanto l’uso prolungato e frequente può portare a un progressivo danneggiamento dello smalto dei denti, a ipersensibilità del cavo orale e dei denti, a sanguinamento gengivale, ad alterazione della flora batterica e, nei casi più gravi, a ustioni superficiali della mucosa. Per questa ragione si consiglia di impiegarlo al massimo una volta a settimana, con una diluizione adeguata, che consenta un effetto meno aggressivo per denti e gengive.

Limone e la buccia d’arancia

Contro le antiestetiche macchie gialle dei denti, provocate da caffè, alimenti o fumo, un altro valido alleato è il limone o la buccia d’arancia.

Hai due possibilità:

  • strofinare la buccia d’arancia sui denti;
  • passare con lo spazzolino il succo di limone sui denti.

In entrambi i casi, si consiglia di non ripeterlo più di una volta a settimana, perché l’acidità di questi frutti potrebbe risultare pericolosa per lo smalto dentale e per il cavo orale.

Salvia

La salvia ha una doppia valenza: da una parte combatte l’alitosi e dall’altra ha capacità sbiancanti. Usarla è molto semplice: ti basterà sfregarla sui denti, per ottenere il risultato cercato. Si tratta di un’operazione abrasiva e per questo non andrebbe utilizzata più di due volte a settimana, perché potrebbe provocare un aumento della sensibilità dentale.

Mela e fragola

Mela e fragola contengono alti livelli di acido malico, per questo sono indicate come rimedio contro l’ingiallimento dei denti. Ti basterà frullare la polpa, applicarla sullo spazzolino e, dopo averla strofinata sui denti, tenerla in posa per qualche minuto.

Anche questo metodo va utilizzato al massimo due volte alla settimana, perché nel tempo potrebbe danneggiare lo smalto dentale.

Cenere legno di noce

Si tratta di un rimedio naturale molto antico. La cenere contiene idrossido di potassio efficace per lo sbiancamento dentale. In alternativa all’uso della cenere direttamente sui denti, puoi strofinare la corteccia dell’albero di noce sui denti. Tra i metodi naturali più vantaggiosi per il proprio effetto sbiancante, un uso prolungato ed eccessivo potrebbe provocare bruciore alla bocca.

Radice di Araak

Si tratta della radice di un albero originario del Medio Oriente che precisemente si chiama Salvadora Persica. Anche in questo caso ti basterà strofinarla sui denti, senza fare troppa pressione, per avere un buon effetto sbiancante.

Aceto di mele

L’aceto di mele è un altro espediente molto utilizzato per lo sbiancamento dentale: ti basterà lavare i denti con l’aceto di mele. Tuttavia, non bisogna eccedere con questo rimedio, in quanto potrebbe portare, a lungo andare, all’abbassamento del pH del cavo orale e alla conseguente demineralizzazione dello smalto.

I vantaggi dello sbiancamento professionale

I rimedi naturali sono tanti e disparati e possono contribuire al mantenimento del bianco dentale, ma nessuno di essi può assicurare denti bianchissimi e splendenti. Solo uno trattamento professionale assicura ottimi risultati, senza mai mettere a rischio la salute dei tuoi denti e del tuo cavo orale.

Sei interessato ad avere informazione sui nostri trattamenti sbiancanti? Contattarci per un consulto e valuteremo insieme la soluzione più adatta.

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About Gerardo Cafaro

Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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L’importanza di avere un sorriso sano

Sapevi che secondo alcuni studi, quando sorridiamo, nel nostro corpo vengono rilasciate endorfine? Si tratta di sostanze in grado di indurre piacere e di allontanando il dolore. I muscoli del nostro corpo si rilassano, l’afflusso di sangue a cuore e tessuti migliora, dandoci una generale sensazione di benessere.

Il sorriso rappresenta una delle espressioni più belle e naturali del volto umano. Sorridere fa bene al cuore, alla mente e ci dà grinta e sicurezza, permettendoci di vivere una vita più serena e piacevole. E questa è la ragione per cui la maggior parte delle persone ricerca un sorriso perfetto.

Cosa comunica la bellezza di un sorriso?

Spesso la bellezza di un sorriso è associata a caratteristiche che poco hanno a che vedere con l’estetica. Guardando un volto, siamo istintivamente portati ad attribuire a un sorriso armonioso e bello, un’idea di salute e pulizia della persona. Questo pensiero si evolve e la percezione si associa ad altre impressioni, come quella di onestà e fiducia, di intelligenza e, in casi estremi, come nel nord dell’America, addirittura a un’idea di miglior qualità delle performance economiche.

Per questo spesso si ricorre a trattamenti di estetica dentale per comunicare messaggi non verbali di questo tipo. In Europa e in Italia gli interventi sull’estetica dentale si trovano all’interno di parametri di normalità, a differenza dell’estetica “hollywoodiana” che trasforma il sorriso, dandogli un aspetto artefatto e rendendolo poco naturale.

Un sorriso bello è sinonimo di un sorriso sano?

Altra questione fondamentale è quella che riguarda la salute del sorriso. Non necessariamente un sorriso bello, che ha subito diversi interventi, alcuni magari non necessari, è sano.

Bisogna, infatti, aver chiaro che un sorriso sano può anche non essere esteticamente perfetto. La cosa fondamentale è sempre la salute del cavo orale e i miglioramenti estetici vanno sempre valutati nell’ottica di terapie che non siano inutilmente distruttive o irreversibili. Questo è importante soprattutto in soggetti giovani, in cui i trattamenti estetici, non adeguatamente gestiti, potrebbero provocare nel corso degli anni il bisogno di nuove e più complesse terapie. È, infatti, sempre più frequente un’estetica a scapito della salute dei denti.

Prevenzione ed estetica

Quando si parla di salute dei denti, la prevenzione è fondamentale. Per avere un sorriso sano, infatti, sono necessari controlli periodici dal proprio dentista, che valuterà, a seconda del caso specifico, i trattamenti a cui sottoporre il paziente. Come sedute di pulizia orale, rimozione di carie, allineamento dentale e sbiancamento. Ognuno di questi trattamenti è valutato con estrema attenzione dall’odontoiatra, per poter stabilire quali siano gli interventi migliori per il paziente.

È, inoltre, sempre necessario avere una quotidiana igiene orale, che scongiuri la formazione di tartaro e di carie.

Un sorriso sano e bello

In conclusione, un bel sorriso può contribuire ad accrescere l’autostima, rendendo le tue giornate più piacevoli. La sicurezza che scaturisce dall’avere dei bei denti, permette di avere maggiori relazioni sociali e di vivere con maggior serenità.

Tuttavia, un sorriso bello e sano non deve essere perfetto, perché sono le piccole imperfezioni a renderlo unico e meraviglioso, donando tutta la sicurezza di sentirci se stessi.

Per maggiori informazioni e per un consulto, non esitare a contattarci, valuteremo insieme la soluzione più adatta alle tue esigenze.

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About Gerardo Cafaro

Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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Implantologia immediata post-estrattiva

Di cosa si tratta?

L’implantologia immediata post-estrattiva, detta anche a carico immediato, consente l’inserimento di impianti dentali nell’osso subito dopo l’estrazione di uno o più denti, utilizzando lo spazio alveolare creatosi in seguito all’estrazione.

Questa procedura, quindi, permette di praticare nella stessa seduta sia l’estrazione che il posizionamento dell’impianto sostitutivo.

Quando è possibile sottoporsi a questa procedura?

I casi in cui è particolarmente indicata questa tecnica sono:

  • quando è necessario estrarre un dente anteriore, che comporterebbe problemi estetici per il paziente;
  • quando l’estrazione è prevista nel settore posteriore, soprattutto nel caso dell’arcata superiore. Questa zona, infatti, è soggetta ad un alto rischio di perdita di osso, che, in seguito alla procedura classica di estrazione, impedirebbe la successiva riabilitazione con impianto dentale o che renderebbe complesso il successivo posizionamento dell’impianto.

In ogni caso, per sottoporsi a questo tipo di procedura, è necessaria una visita specialistica con un odontoiatra esperto, che valuterà quelle che sono le condizioni del paziente e stabilirà se questa tecnica è adatta al caso specifico.

In generale per essere idonei a un intervento di impiantologia post-estrattiva devono esserci le seguenti condizioni di base:

  • lavalutazione preliminare deve aver attestato la qualità e la quantità dell’osso su cui verrà inserito l’impianto per ottenere un esito positivo;
  • la verifica dell’assenza di infezioni e/o infiammazioni in corso.

Scopri se sei idoneo a questo tipo di procedura, contattaci per una visita e valuteremo insieme il tuo caso.

Procedura e fasi di realizzazione

Una volta che il paziente è stato sottoposto ad una accurata anamnesi generale delle condizioni di salute e una volta che il dentista ha stabilito che l’impiantologia post-estrattiva sia la soluzione migliore per il paziente, si procederà come segue:

  • scansione della boccacon scanner intraorale;
  • TAC (CBCT)specifica per acquisire dati e immagini della zona maxillo-facciale o del cranio;
  • pianificazione di ogni passaggio dell’interventograzie ad software che permette la simulazione della procedura;
  • realizzazione del dente (o dei denti), provvisorio o definitivo in base al caso specifico, che sarà avvitato sull’impianto al termine della procedura.

È possibile, inoltre, distinguere tre diverse fasi dell’intervento, vediamole insieme:

  • la prima fase prevede l’accurata estrazione di uno o più denti, a seconda del caso specifico, lasciando integro l’alveolo, nel quale verrà poi inserito l’impianto;
  • la seconda fase consiste nell’attenta pulizia dell’alveolo, per eliminare gli eventuali residui ossei e per preparare la zona per l’inserimento dell’impianto dentale;
  • la terza ed ultima fase prevede l’inserimento da parte del dentista dell’impianto (o impianti), scelto per il paziente, nell’alveolo (o negli alveoli) preparati nella fase precedente.

Vantaggi e svantaggi dell’impiantologia post-estrattiva

Andiamo a scoprire insieme i vantaggi dell’implantologia post-estrattiva:

  • estetica: nel caso della sostituzione di denti anteriori, questa procedura consente al paziente di evitare disagi dovuti alla mancanza di denti per un lungo periodo;
  • no a un doppio intervento: grazie a questa tecnica, il paziente non dovrà sottoporsi a due interventi chirurgici a distanza di mesi, ossia quello dell’estrazione e quello del posizionamento dell’impianto, perché entrambe le procedure saranno attuate una di seguito all’altra.
  • riduzione dei tempi: questa procedura consentirà al paziente di rimanere il minor tempo possibile edentulo (senza dente/i), con una significativa riduzione della durata complessiva del trattamento.

Come per ogni trattamento, è sempre possibile che si verifichino degli svantaggi. Nel caso dell’impantologia post-estrattiva questa eventualità può verificarsi con un’incongruenza tra l’anatomia della radice e la forma dell’impianto dentale. Questo fenomeno, in alcuni rari casi, può comportare una difficoltà nell’ottenere la stabilità primaria dell’impianto.

Qual è la durata degli impianti?

La durata di un impianto dipende sempre da diversi fattori, tra cui la cura che il paziente ha nei confronti della igiene della propria protesi.

In generale, se cura e igiene sono seguite con attenzione dal paziente, un impianto post-estrattivo può durare fino a 10-15 anni.

Quali sono i costi di questa procedura?

L’impiantologia immediata post-estrattiva è una tecnica che prevede da una parte un intervento chirurgico studiato nei minimi dettagli e dall’altra la creazione di specifici impianti protesici. Per questa ragione non è possibile stabilire un costo, poiché può variare a seconda dei casi.

Per aver informazioni sul tuo caso, contattaci e fisseremo un consulto. Clicca sul banner in basso.

 

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About Gerardo Cafaro

Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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Problemi post pulizia dentale

Quali sono gli effetti collaterali della pulizia dentale?

Per avere cura dei propri denti non basta la quotidiana igiene dentale con l’uso di spazzolino, filo interdentale o scovolino, ma è necessario sottoporsi almeno due volte l’anno alla pulizia dentale in uno studio odontoiatrico. Questo trattamento consente al dentista, tramite appositi strumenti, di rimuovere placca e batteri presenti su denti e gengive, restituendo al paziente un sorriso bello e sano. Se le gengive sono sane e non ci sono grossi accumuli di tartaro, questo trattamento, anche se può provocare una sensazione di fastidio, non dà luogo a effetti collaterali.

In alcuni casi tuttavia possono presentarsi alcune particolari condizioni nel paziente.

Vediamo insieme quali.

Rossore, bruciore, sensibilità dentale

In seguito al trattamento può verificarsi una generale infiammazione nella zona della bocca, soprattutto là dove è stata eseguita una pulizia dentale più profonda. Rossore, bruciore e una certa sensibilità dentale, tuttavia, svaniranno gradualmente con il passare dei giorni.

Gengive infiammate e sanguinamento

La placca batterica o gli accumuli di tartaro possono determinare un processo infiammatorio che dà luogo al sanguinamento delle gengive durante il trattamento. La pulizia dei denti, che in questo caso specifico provoca il sanguinamento, rappresenta la cura stessa a questo tipo di problematica. Se in seguito al trattamento si dovesse riscontrare la presenza di piccoli grumi di sangue, non bisognerà allarmarsi, poiché si tratterà di quella parte di sangue che, durante il trattamento, è fuoriuscita e si è coagulata. Basterà fare dei risciacqui per risolvere questo inconveniente.

Chiarezza sulla fessura di Stillman

Facciamo chiarezza su questo punto: non bisogna confondere il fenomeno della fessura di Stillman con lo spazio che si può creare tra i denti dopo un’igiene dentale.

La fessura di Stillman è un difetto mucogengivale di forma triangolare che si verifica in alcuni particolari casi sulle radici dentali. La recessione gengivale, che porta i tessuti molli a “ritirarsi”, lasciando esposta la superficie radicolare, può essere dovuta ad un’infiammazione, ad un trauma da spazzolamento o all’uso scorretto del filo interdentale. In alcuni casi questo fenomeno è associato alla malattia parodontale.

Altra cosa è, invece, il comparire di uno spazio tra i denti e la gengiva, in seguito al trattamento di igiene dentale. Questo fenomeno è dovuto il più delle volte al tartaro che, venendo rimosso, lascia uno spazio vuoto. In questo caso la gengiva, se lo spazio non è eccessivamente esteso, può tornare al suo posto spontaneamente, altrimenti, se l’eccessiva quantità di tartaro ha provocato uno schiacciamento della gengiva, lo spazio inevitabilmente rimarrà.

Smalto rovinato

Altro falso mito è quello di credere che la pulizia dei denti possa rovinarne lo smalto. Se, infatti, questo trattamento è eseguito da un professionista abilitato con l’uso di strumenti adeguati, non c’è alcun rischio che lo smalto dei denti possa essere rovinato, graffiato o scheggiato.

Casi di febbre

febbre post pulizia dentale

Il sopraggiungere di febbre in seguito alla pulizia dentale è un evento piuttosto strano e potrebbe avere una diversa causa, indipendente dal trattamento. Tuttavia un innalzamento della temperatura può essere provocato da qualsiasi tipo di infezione, anche una di tipo dentale. Per questo, se l’igiene dentale fosse stata eseguita non da un professionista, potrebbe verificarsi questo effetto collaterale.

Per maggiori informazioni e per un consulto, non esitare a contattarci. Clicca il banner in basso.

 

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Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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Quando NON fare lo sbiancamento dentale

Sfoggiare un sorriso sano e luminoso fa sempre un certo effetto. Per questo il tuo dentista può aiutarti ad avere denti bianchi e curati partendo da un’analisi personalizzata. Sarà lui a consigliarti, infatti, il trattamento più adatto alle tue esigenze. Ma esistono particolari casi in cui è meglio evitare di sottoporsi allo sbiancamento dentale. Scopriamoli insieme in questa breve panoramica sull’argomento

Come avviene lo sbiancamento dentale

Lo sbiancamento dentale è un trattamento che può essere effettuato sia presso uno studio dentistico che a livello domiciliare. Questa tecnica consiste nell’impiego di perossidi, ossia sostanze in grado di degradare i cromogeni dentali responsabili dei denti gialli, per donare una tonalità più chiara al tuo sorriso.

Sbiancamento o igiene dentale?

Per capire se è il caso di ricorrere a una seduta di sbiancamento dentale bisogna capire se i denti hanno realmente cambiato la loro tonalità naturale o se sono semplicemente macchiati.

Ad esempio, potrebbero essere anneriti o sporchi. Qui è necessario ribadire che lo  sbiancamento può essere effettuato solo dopo una seduta di igiene dentale e non può sostituirne l’efficacia.

Quest’ultima ha una finalità curativa: serve, cioè a eliminare il tartaro, a differenza dello sbiancamento che ha una finalità estetica.

Chiedi consiglio al tuo dentista: il team di professionisti dello studio odontoiatrico Cafaro saprà indirizzarti verso la soluzione più giusta per te.

Sbiancamento e denti sensibili

Un’altro aspetto da non sottovalutare riguarda i denti sensibili.

Un uso scorretto dello spazzolino o l’assunzione di alimenti acidi, come agrumi e succhi di frutta, può causare l’abrasione dello smalto dei denti, rendendoli più sensibili. Anche alcune patologie come la parodontite possono agire in questo senso.

In questi casi è meglio evitare di effettuare una seduta di sbiancamento, prima di risolvere il problema della sensibilità dentale. Un possibile effetto collaterale di questo trattamento, infatti, è proprio la maggiore sensibilità dei denti al freddo e al caldo, che può causare dolore.

Occhio al colore naturale dei denti

Sapevi che anche il colore di partenza dei tuoi denti è determinante? Prima di sottoporti a una seduta di sbiancamento dentale, infatti, il tuo dentista effettuerà un test su una sola arcata dentale, per capire come procedere nel modo migliore.

Lo sbiancamento risulta più efficace sulla componente gialla dei denti, piuttosto che su una dentatura tendente al grigio.

In ogni caso, affidati sempre ai professionisti per avere risultati impeccabili.

Sorridere spesso è un ottimo biglietto da visita e la differenza si vede subito.

Prenota ora la tua visita dallo Studio Odontoiatrico Cafaro e ci prenderemo cura del tuo sorriso.

 

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Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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Cos’è l’implantologia dentale a carico immediato

C’è una tecnica che consente di avere un sorriso completamente nuovo in sole 24/48 ore: si tratta dell’implantologia dentale a carico immediato. In questa breve panoramica troverai tutte le informazioni per rispondere ai tuoi dubbi riguardo questo metodo innovativo.

Implantologia a carico immediato: come funziona?

L’intervento di implantologia dentale a carico immediato avviene posizionando una protesi provvisoria fissa sugli impianti dentali appena inseriti, e prevede la riabilitazione immediata della masticazione da parte del paziente.

Con questa tecnica non occorre attendere la guarigione dei tessuti per posizionare la protesi definitiva. L’espressione “carico immediato”, infatti, significa che i denti sono immediatamente posizionati sugli impianti dentali in modo fisso (e non con una protesi mobile). Il carico immediato può essere applicato sull’intera arcata, su uno o più impianti.

Protesi a carico immediato: caratteristiche

Come abbiamo appena visto, l’implantologia a carico immediato è la tecnica ideale in caso di perdita totale o parziale dei denti, perché permette una completa riabilitazione funzionale e garantisce stabilità e sicurezza.

Questo tipo di intervento consente di intervenire in modo rapido, evitando fastidiose attese. Le protesi a carico immediato sono caratterizzate da viti in titanio che servono a fissare le nuove corone dentali. Per un sorriso perfetto e una masticazione ottimale.

Implantologia a carico immediato senza osso

È possibile ricorrere all’implantologia dentale a carico immediato anche in assenza di osso?

Tra le condizioni necessarie per sottoporsi all’intervento di implantologia a carico immediato c’è la sufficiente quantità di osso e la giusta densità dello stesso, oltre alle condizioni ottimali della gengiva.

In caso di assenza di osso si può ricorrere all’innesto osseo dentale, una modalità che comporta l’utilizzo di sostituti di origine animale o ceramici. La rigenerazione ossea può essere eseguita:

  • in un’unica fase (durante lo stesso intervento implantologico);
  • in doppia fase, se la quantità di osso è così esigua da impedire il posizionamento degli impianti.

Chiedi consiglio al tuo dentista: saprà di sicuro suggerirti la soluzione migliore.

Esistono controindicazioni per l’implantologia a carico immediato?

Quella che abbiamo descritto è una particolare tecnica di intervento ampiamente diffusa e sperimentata, che offre numerosi benefici. Tra questi rientrano un’evidente praticità e comfort per il paziente. Ma ci sono anche controindicazioni? Occorre precisare, a questo proposito, che è sconsigliato intervenire con un impianto a carico immediato in caso di pazienti con grave osteoporosi. Ciò è dovuto all’assunzione, da parte di tali pazienti, di farmaci quali i bifosfonati, impiegati per curarla. L’implantologia è da evitare anche in caso di pazienti sottoposti a radioterapia e chemioterapia.

Chi può ricorrere all’implantologia a carico immediato?

Prima di procedere con l’intervento di implantologia dentale a carico immediato ci sono alcune condizioni indispensabili. È necessario sottoporsi a una TAC, che in odontoiatria comporta emissioni di radiazioni ridotte (TAC Cone Beam) per verificare la buona disposizione ossea.

Implantologia dentale: quanto costa?

Vuoi conoscere i costi di un intervento di implantologia di questo tipo? Il prezzo può variare in base al numero degli impianti. Contatta lo studio odontoiatrico Cafaro: ti forniremo tutti i dettagli, rispondendo a ogni tua domanda.

Implantologia a carico immediato: i risultati

Sottoporsi a un intervento di implantologia a carico immediato ha molti vantaggi, primo fra tutti la possibilità (per il dentista) di intervenire facilmente, svitando la protesi in fase di controllo. Il recupero dell’estetica del sorriso e della masticazione avviene in tempi brevi,  per un risultato davvero naturale sotto ogni aspetto. L’implantologia non è un tipo di intervento che di solito si svolge in sedazione (si esegue generalmente con anestesia locale classica), ma presso lo studio odontoiatrico Cafaro ciò è possibile grazie alla presenza di medici anestesisti specializzati.

Per verificare in prima persona i vantaggi dell’implantologia, non esitare a contattarci per prenotare una visita. Con il team di professionisti dello studio odontoiatrico Cafaro, il tuo sorriso è sempre in buone mani.

 

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Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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Pulizia dei denti con tecniche differenti e complementari: ultrasuoni e curettes

Possiamo chiamarla in vari modi: la pulizia dei denti professionale, detta anche igiene dentale o detartrasi, è il metodo più efficace per avere un sorriso sano e splendente. Oltre a rimuovere tartaro e placca per prevenire patologie come carie e parodontite, questo trattamento consente di avere denti bianchi più a lungo.

Curare l’igiene orale quotidianamente a casa non basta: è necessario, infatti, effettuare trattamenti professionali periodici presso uno studio dentistico per rimuovere  placca dentale e tartaro, veri nemici della salute della nostra bocca.

Sapevi che esistono diversi strumenti per effettuare la pulizia dei denti? Scopriamo insieme come funziona la tecnica manuale con le curettes e quella ad ultrasuoni.

Per scegliere quella più adatta alle tue esigenze, potrai contare sulla professionalità offerta dallo Studio Odontoiatrico Cafaro ove in sede di consulenza il dentista valuta la profondità della tasca per la scelta dell’interevento più idoneo.

Pulizia dei denti con ultrasuoni: in cosa consiste?

Tra i metodi più efficaci e innovativi per la pulizia dei denti c’è quello che utilizza gli ultrasuoni per rimuovere il tartaro. Come funziona questa tecnica? Per effettuare la pulizia a ultrasuoni si utilizza un’apparecchiatura chiamata ablatore. Questo dispositivo fa oscillare ad altissima frequenza una punta metallica sterilizzata, effettuando fino a 20.000 vibrazioni al minuto.

In questo modo l’ablatore riesce a frammentare il tartaro al di sopra e al di sotto delle gengive, distruggendo i batteri che formano la placca. Allo stesso tempo, l’emissione di un flusso d’acqua pressurizzata consente di rimuovere le incrostazioni in modo efficace e rapido.

Quali sono i vantaggi della pulizia a ultrasuoni?

pulizia-con-ultrasuoni2Rispetto agli apparecchi manuali, quelli a ultrasuoni sono più sofisticati e precisi. Questi dispositivi agiscono sul tartaro senza danneggiare lo smalto dentale o le gengive.

Ma quanto dura una seduta di pulizia professionale con ultrasuoni?

Di solito sono necessari dai 30 ai 60 minuti. Se invece ti stai chiedendo quanto durano gli effetti della pulizia dei denti a ultrasuoni, la risposta varia a seconda dei casi. In linea di massima una seduta di questo tipo si può programmare ogni 6 o massimo 12 mesi.

Pulizia dei denti  manuale con curettes: in cosa consiste?

Ci riferiamo ad una seduta di igiene orale professionale per la pulizia profonda delle gengive in cui è necessario un trattamento di curettage gengivale. Questo intervento consiste in una levigatura radicolare utile a rimuovere tartaro e placca alla superficie radicolare del dente attraverso strumenti specifici chiamati curette.

Tale tecnica previene  e cura numerose malattie paradontali come la piorrea

Pulizia dei denti manuale con curettes: quando farla?

È importante sottoporsi a questa tecnica di pulizia orale sin dai primi sintomi di infiammazione alle gengive, nelle fasi iniziali di una parodontite per evitare un peggioramento ma anche come terapia di supporto della pulizia orale professionale. È consigliabile ricorrere al curettage una, due volte l’anno in un’ottica di prevenzione per la pulizia profonda delle gengive e per migliorare la sensibilità dei denti.

La pulizia dei denti con curette: può essere associata a quella ad ultrasuoni?

La pulizia dei denti con le curettes (strumenti manuali a forma di piccole lime)  è consigliata anche come coadiuvante di quella ad ultrasuoni, perché con questa metodica manuale l’igienista/dentista riesce a penetrare sottogengiva rimuovendo il tartaro occulto non eliminato dagli ultrasuoni e levigando e lucidando la radice dentale, impedendone così una nuova deposizione di placca prima e di tartaro poi.

Dopo il trattamento di igiene orale: cosa fare?

La nostra esperienza ci ha consentito di individuare una serie di buone prassi delle quali tener conto. In particolare si consiglia di:

  • spazzolare i denti delicatamente con uno spazzolino morbido
  • utilizzare un dentifricio per gengive sensibili e/o sanguinanti
  • non mangiare alimenti duri ma cibi morbidi
  • utilizza filo interdentale e/o uno scovolino per la pulizia quotidiana
  • prendere un analgesico in caso di dolore secondo la sua prescrizione medica
  • non fumare

Pulizia dei denti: quale scegliere in definitiva?

Ora che abbiamo esaminato nel dettaglio le caratteristiche e le modalità della tecnica con curettes e di quella ad ultrasuoni, vuoi sapere qual è quella più efficace per te?

Dopo un esame della cavità orale e la diagnosi del problema, l’odontoiatra valuta le zone in cui intervenire e con quale strumento combinando eventualmente le due tecniche.

Chiedi consiglio al tuo dentista di fiducia: il team dello Studio Odontoiatrico Cafaro è a tua disposizione per indicarti  la soluzione migliore per la salute globale del tuo sorriso.

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About Gerardo Cafaro

Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

Consigli del dentista

Un’estetica digitalmente guidata

La moderna odontoiatria non è concepita più solo come la bravura e le capacità manuali del Dottore o del Tecnico, che con la loro maestria riescono a visualizzare nella loro mente prima e a realizzare con le loro mani poi, un capolavoro di estetica e funzione per i propri pazienti; nell’era digitale anche una branca medica qual’è l’odontoiatria, quotidianamente si avvale di strumenti e apparecchiature altamente tecnologiche,  consentendo a chiunque di ottenere risultati eccellenti quasi ogni giorno.

Il velocissimo sviluppo delle tecnologie digitali a cui abbiamo assistito negli ultimi anni si è ripercosso anche in questo campo, con la realizzazione e messa a punto di scanner intraorali per la presa d’impronta, dental software dedicati alla creazione di progettazione e previsualizzazione di lavori estetici complessi, stampanti 3D, facescanner, Cone beam (specifiche TAC dentali) etc.

SCANNER INTRAORALE

CONE BEAM

SOFTWARE PER LA PROGETTAZIONE VIRTUALE

Tutti questi presidi aiutano il clinico prima, il tecnico poi e il paziente alla fine, ad avere idee più chiare su quello che sarà i risultato finale, aiutandosi nella comprensione, nella trasmissione delle informazioni e nella soddisfazione finale di tutte le parti che sono chiamate in gioco.

Solo i costi ancora molto proibitivi impediscono a tutti gli studi di dotarsi completamente dell’intero flusso digitale, ma come la storia ci insegna, è solo una questione di poco tempo, perché la concorrenza e l’introduzione di strumentazioni più performanti porteranno ad una sensibile diminuzione dei costi di acquisto e di gestione delle sopra citate.

Questa tecnologia consente tantissime cose, ma il ruolo chiave è svolto dalla comunicazione medico/paziente, che fino a qualche tempo fa era solo verbale, ma che invece oggi è visiva e concreta, risultando così anche un potente strumento di marketing.

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About Gerardo Cafaro

Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

Consigli del dentista

L’importanza di curare i denti di latte

La dentizione decidua (i denti di latte), è una condizione morfologica e funzionale fondamentale della masticazione del bambino; difatti i denti di latte hanno tutte le stesse funzioni, forme e caratteristiche che hanno i denti dell’adulto:

  • consentono di masticare e quindi di nutrirsi, crescere e svilupparsi
  • permettono la corretta deglutizione e respirazione
  • consentono una corretta fonazione e quindi un normale sviluppo del linguaggio
  • agevolano la corretta permuta dei denti permanenti, guidandone il posizionamento e la funzione
  • donano estetica; i denti sani in un sorriso di un bambino non fanno altro che accrescere la percezione del bello e della salute.

La loro eruzione segue dei tempi e dei modi stabiliti, con qualche variazione da soggetto a soggetto, che si conclude in linea di massima intorno ai due anni e mezzo circa di vita del bambino.

Già in questa fase il genitore deve iniziare a lavare i denti al bambino, con opportuni spazzolini e dentifrici a loro dedicati, ed avviarlo a visite conoscitive prima e di controllo poi, dal dentista/pedodontista di fiducia, cosicché il piccolo paziente inizi a rapportarsi con questa figura, che tanto spaventa soprattutto i genitori, in modo amichevole e confidenziale. Intorno ai 6 anni di vita, il bambino inizia con la permuta dei denti, periodo questo che dura circa sei anni e nel quale si assiste alla caduta dei denti di latte e all’eruzione di quelli permanenti.

Il passaggiodalla dentatura decidua (da 6 mesi a 6 anni) alla dentatura permanente (dai 12 anni in poi) comprenderà una fase mista, che copre il periodo dai 6 ai 12 anni.

  • I. prima fase di permuta (6-8 anni): rappresenta il passaggio dalla dentatura decidua alla dentizione mista vera e propria; prevede la graduale esfoliazione degli incisivi decidui e comprende, in contemporanea, l’eruzione dei primi molari e degli incisivi centrali e laterali.
  • II. periodo intertransizionale (8-10 anni): è un momento di fisiologico arresto dello sviluppo dentale; rappresenta, in un certo senso, un checkpoint evolutivo, importantissimo per lo sviluppo delle basi ossee (aumento della distanza intercanina) e per la maturazione delle gemme dei denti permanenti prossimi all’eruzione. In questo momento saranno presenti in arcata incisivi e primi molari permanenti e canini e molari decidui.
  • III. seconda fase di permuta (10-12 anni): è appunto la fase in cui termina l’esfoliazione dei decidui e riprende l’eruzione degli elementi permanenti: canini, premolari e infine secondi molari. Non vengono chiaramente considerati i terzi molari.

 

Come ben si può intuire, la cura e la salute della dentizione di latte è di fondamentale importanza per il bambino e di conseguenza un dentino ammalato va curato e trattato come uno permanente, perché a parte qualche piccola difformità strutturale e/o anatomica, questi sono del tutto uguali a quelli dell’adulto e di conseguenza soggetti a carie, pulpiti, dolori e ascessi.

A sinistra un dente deciduo (di latte) e a destra un dente permanente.

E’ buona norma educare il bambino alla quotidiana igiene orale, ai controlli periodici dal dentista e alle cure dentali, perché un dente sano, che subisce la fisiologica permuta, facilita e agevola l’eruzione del permanente, mantenendo lo spazio adeguato e consentendo così anche che il sostituto esca dritto, riducendo il rischio di malposizionamenti dentali, malocculsioni e l’utilizzo di futuri apparecchi ortodontici.

I primi a dover essere sensibili a questo discorso devono essere i genitori, i quali devono controllare e motivare i figli, poi un importante ruolo è svolto dalla scuola, che deve aprirsi a formare le generazioni future in tal senso ed infine i dentisti/odontoiatri che devono porsi con un diverso approccio al paziente pediatrico, facilitando così la riduzione e/o l’eliminazione dell’ansia e della paura odontoiatrica.

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About Gerardo Cafaro

Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

Consigli del dentista

Il fumo e l’alcol i principali responsabili del tumore alla bocca

I tumori del cavo orale insieme a quelli della laringe e della faringe rappresentano il 10% circa di tutte le neoplasie maligne negli uomini e il 4% nelle donne, solo in Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 4.500 casi di tumori alla bocca e si registrano circa 3.000 decessi. Questo tipo di cancro purtroppo viene diagnosticato in fase già avanzata, quando la massa tumorale si è già ingrandita al punto da richiedere interventi mutilanti e spesso con scarsi risultati. La lingua è la sede più frequente coinvolta nelle neoplasie del cavo orale: infatti i carcinomi linguali sono il 30% circa di tutti i carcinomi orali.

Il tumore del cavo orale si associa più frequentemente al fumo e all’alcol; la coesistenza di queste due abitudini rappresentano un grosso rischio di sviluppare neoplasie orali. Diversi studi hanno evidenziato come gli effetti dell’associazione tra fumo e alcool nello sviluppare queste forme tumorali non si somma, ma si moltiplica. Uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista Alcohol and Alcoholism nel 2013 ha per esempio evidenziato che chi beve alcol, ma non fuma, ha il 32% di probabilità in più di sviluppare un tumore della bocca e della gola rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, quando all’alcol si associano anche gli effetti del fumo, il rischio diventa quasi 10 volte più alto. Analoghi risultati sono stati stati evidenziati in relazione al tumore al fegato da uno studio pubblicato sull’International Journal of Cancer nel 2000. In chi consumava più di cinque unità alcoliche al giorno ed era anche un forte fumatore, il rischio di cancro al fegato è risultato essere più di 10 volte più alto che nella popolazione generale.Negli ultimi anni si è osservata una progressiva riduzione di incidenza delle neoplasie orali alcol e tabacco correlate, soprattutto nel sesso maschile, mentre nel sesso femminile, si è invece registrato un aumento.

Esistono anche altre cause favorenti l’insorgenza di tali patologie, come la scarsa igiene orale, masticazione di tabacco e l’errato posizionamento di protesi dentarie.

Il tumore del labbro è più comune negli uomini, e si sviluppa soprattutto in persone dalla pelle chiara che trascorrono molto tempo al sole (per esempio i muratori, gli agricoltori o i pescatori) o nei fumatori di pipa. I tumori del labbro rappresentano l’11% circa dei nuovi casi, ma sono responsabili solo dell’1% dei decessi totali.

Non è possibile formulare raccomandazioni a favore o contro lo screening di routine per i tumori del cavo orale per gli individui che non presentano sintomi. È comunque consigliato effettuare una visita odontoiatrica l’anno, per verificare la salute dei denti e delle mucose. Questa pratica diventa essenziale dopo i 60 anni in soggetti che hanno avuto stili di vita a rischio. In particolare è importante non sottovalutare eventuali lesioni della bocca solo perché piccole o indolori: noduli o indurimenti della mucosa, piccole ulcere, placche bianche o rosse o bianco-rossastre specie se sanguinanti, escrescenze. I medici dovrebbero prestare particolare attenzione alle lesioni precancerose e a qualsiasi segno o sintomo di tumore del cavo orale, in tutti gli individui che consumano tabacco (sigarette, pipa, sigaro) o che assumono regolarmente alcol.

Per tutti è valido il consiglio di adottare uno stile di vita sano, non fumare, non consumare tabacco in alcuna forma e limitare l’alcol.

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Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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