Consigli del dentista

Per denti e gengive in salute, avere un’igiene orale quotidiana è fondamentale. È necessario lavarsi i denti almeno tre volte al giorno, ossia dopo ogni pasto, per far sì che non si verifichino problemi connessi alla presenza di germi o alla formazione di placca. Quando si trascura la propria igiene orale, a causa di un processo di calcificazione, possono crearsi depositi di tartaro sui denti che, da una parte, rovinano l’estetica dei denti e, dall’altra, possono portare a conseguenze più o meno dannose per la salute della propria bocca.

Ma esattamente cos’è il tartaro? Vediamolo insieme.

Cos’è il tartaro?

Il tartaro è un insieme di depositi minerali che si attaccano fortemente ai denti. Si tratta della mineralizzazione della placca batterica. Infatti, se quest’ultima non viene rimossa con una corretta igiene orale, si calcifica, trasformandosi in tartaro.

Il suo colore va dal bianco al giallo, dal marrone fino al nero e può variare con il tempo e a seconda delle sostante di cui si fa uso, come il fumo. È necessario rimuovere il tartaro dai denti, per evitare che si verifichi un’infiammazione delle gengive che può mettere in pericolo la salute stessa dei denti.

Formazione del tartaro

Il biofilm batterico, un aggregato di microrganismi costituito da proteine, polisaccaridi e altri materiali normalmente presenti nel cavo orale, aderisce alla superficie dei denti e ha l’aspetto di una patina incolore, la cosiddetta placca dentale o batterica. Se non la si rimuove con l’igiene dentale domestica entro un arco di tempo che va dalle dodici alle diciotto ore, la placca si associa a sali calcarei e fosfati presenti nella saliva e si calcifica, formando depositi di tartaro. In risposta all’attacco batterico, la gengiva si gonfia e si ritrae dal dente, provocando un’infiammazione più o meno grave.

Una pulizia corretta e quotidiana del cavo orale può ridurre la quantità di placca presente sui denti, tuttavia esistono zone difficili da raggiungere e da pulire e per questo è necessaria una pulizia dentale professionale almeno ogni sei mesi.

 

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Tartaro sovragengivale e sottogengivale

Esistono due tipologie differenti di tartaro dentale:

  • sopragengivale o sovragengivale: si trova sulla parte esterna dei denti e si forma in breve tempo. Ha l’aspetto di incrostazioni porose sul dente di colore bianco o giallo;
  • sottogengivale o subgengivale: si trova all’interno delle tasche parodontali, ha un colore rossiccio, a causa di piccole emorragie gengivali, ed è molto difficile da rimuovere.

Il tartaro sottogengivale non è facilmente visibile, ma è molto pericoloso in quanto può provocare alcuni disturbi o malattie, come per esempio la parodontite. Si tratta, infatti, di depositi di batteri che possono essere tossici per i tessuti molli. Inoltre, questa tipologia di tartaro è spesso responsabile dell’alitosi e della formazione di carie.

Prevenire la formazione del tartaro: igiene quotidiana e cibi da evitare

La presenza di tartaro può generare sensibilità dentale, per questo è necessaria un’igiene orale quotidiana che consenta di prevenire la formazione del tartaro.

Come per ogni patologia dentale o gengivale, le norme igieniche da seguire sono sempre le stesse, ma rivediamole insieme:

  • lavare i denti dopo ogni pasto: questo permetterà di rimuovere i residui di cibo evitando la formazione di placca e successivamente di tartaro;
  • usare spazzolino e dentifricio di buona qualità;
  • utilizzare il filo interdentale o lo scovolino almeno una volta al giorno: è molto facile, infatti, che nei piccoli spazi tra i denti, dove lo spazzolino non arriva, si depositino residui di cibo e, di conseguenza, che si sviluppino in quelle aree i batteri responsabili della formazione della placca batterica;
  • ridurre l’uso di cibi che favoriscono la produzione della placca: dolci, caramelle e bevande zuccherate.

Come eliminare il tartaro dai denti: ablazione del tartaro

La pulizia quotidiana dei denti, come abbiamo spiegato sopra, può prevenire la formazione del tartaro, tuttavia, una volta che si è formato, non può essere rimosso con un normale spazzolino da denti. Sarà necessario rivolgersi al proprio dentista per una procedura definita ablazione del tartaro o detartrasi, che può essere eseguita da un dentista o da un igienista dentale tramite l’uso di strumenti particolari, definiti appunto ablatori. Questi specifici strumenti utilizzano degli ultrasuoni che, tramite la produzione di vibrazioni, riescono a staccare le concentrazioni calcaree dai denti.

In alcuni casi, come la rimozione del tartaro subgengivale, vengono utilizzati anche i curettes, strumenti manuali dalle diverse forme, che consentono di arrivare anche nelle zone più difficili da raggiungere tra i denti, così da poter rimuovere i depositi di tartaro.

Inoltre, a questa procedura, è spesso associata la lucidatura dei denti, che riduce il rischio di infiammazione gengivale.

Conclusioni

Come abbiamo spiegato nell’articolo, è fondamentale avere una corretta e attenta igiene orale sia domestica e quotidiana che professionale. In questo modo si eviterà la formazione di accumuli di tartaro e di conseguenza di patologie correlate, come ipersensibilità dei denti, infiammazione delle gengive, carie e parodontite.

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About Gerardo Cafaro

Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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